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IL CAMMINO DELLE 10 CHIESE (Pippo Geraci)
- Giovedì 20 Giugno 2013 - Partenza ore 20.00 Chiesa di S. Giacomo - Milazzo. Il cammino delle 10 chiese. Prima camminata del progetto “Cammin AMAre” (questa iniziativa intende valorizzare gli itinerari culturali e religiosi della città, percorrendo a piedi le strade e i luoghi del culto religioso milazzese in modo da coglierne l’essenza della loro identità.) Il cammino delle 10 chiese:
1)Chiesa di S.Giacomo. Edificata nel 1434 quale voto fatto sotto re Alfonso d'Aragona, per aver questi liberata Milazzo, da un assedio di Luigi d'Angiò re di Napoli, presenta nella semplice facciata, un esile portale del 1712 nel quale è inserita una statuetta del Santo risalente al XV secolo. Il portale laterale di via Giacomo Medici, è frutto dei restauri effettuati nel 1621-22. Nella chiesa ad unica navata, sul soffitto un grande affresco opera di Scipio Manni (1760), rappresentante "S. Giacomo condotto al martirio". Interessante il pulpito in legno dorato, sormontato da una piccola statua e ricco di pregevoli decorazioni. Sull'altare di sinistra la statua di S. Giacomo, opera in cartapesta policroma del XVI secolo. Due tele settecentesche del palermitano Scipio Manni: "L`Annunciazione" sul primo altare di destra, e "Gesù, la Maddalena e S. Giovanni" sul secondo altare di destra. L' altare maggiore, in tarsie marmoree, e già nel Duomo Antico, vi è stato trasferito nel 1866.
2)Chiesa di S. Maria Maggiore La chiesa è ubicata sulla parte terminale del lungomare Garibaldi quasi all'inizio del rione marinaro di "Vaccarella". Originariamente si chiamò S. Erasmo (volgarmente S. Elmo) e venne edificata a seguito della demolizione nel 1581 di una chiesa di eguale denominazione ubicata nell'attuale piazza della Repubblica. La nuova chiesa di S. Erasmo, nel 1632, fu dedicata a Gesù e Maria. Storicamente, come si rileva da due lapidi commemorative apposte sulla facciata, è legata all'epopea dei Mille per il riposo da campo che Garibaldi si concesse la notte tra il 20 ed il 21 luglio 1860, al termine della vittoriosa battaglia contro le forze borboniche. Da un ampio sagrato semicircolare, si accede al tempio. L'interno è a navata unica con ampio abside. Le pareti e la volta sono arricchiti da decorazioni in stucco che avvolgono con fantasiosi motivi vegetali, tutti gli altari facendo da adeguato fondale agli affreschi di Scipione Manni, pittore palermitano che vi lavorò nel 1762. Gli affreschi illustrano episodi evangelici: - nell'abside "La presentazione al Tempio" firmata e datata (Scipio Manni Pinxìt anno 1762); - nel soffitto della navata "Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio" e tre lunette raffiguranti "La Fede", "La Guarigione di Tobia" e "Re David", sembrano sviluppare, in fresco, con grande quantità d'oro, qualche ben nota composizione ad olio del Conca. L' abside è adornato d'un coro ligneo e alle pareti si trovano tre tele, che per ragioni stilistiche sono da attribuire al settecentista pittore messinese Filippo Tancredi, sull'altare maggiore il grande dipinto coevo della "Madonna della Neve" fiancheggiato, in parete, dalla "Natività" e dall' "Adorazione dei Magi", di Filippo Tancredi. Oltre all'altare maggiore del XVII secolo, la chiesa ha cinque altari laterali. Il primo verso ovest è dedicato al "Crocifisso", con pala d'altare; il secondo a "Santi e Trinità". Il primo verso est è dedicato all' "Immacolata ed altri Santi"; il secondo al "Bambino ed altri Santi"; il terzo a "S. Espedito" con statua policroma.
3)Chiesa dei Cappuccini
Convento dei Cappuccini, un bel colpo d’occhio con la splendida cornice di quel bellissimo tratto di costa che è Croce di mare che si snoda al di sotto di essa. Arrivarci è facile: basta proseguire diritti per la strada che abbiamo intrapreso, ad un certo punto si deve svoltare a destra, la via porta al cimitero, e lì troviamo i ruderi del convento la cui costruzione dovrebbe risalire al 1577, accanto vi è la chiesa degli stessi padri che dovrebbe risalire alla stessa epoca, essa era dedicata alla Madonna dell’Itria o Odegitria, ovvero Madonna Guidatrice. Nella chiesa si verificava un curioso fenomeno acustico, verso la porta posta ad est si trovava un arco di 6,52 di diametro, sostenuto da due pilastri. Se due persone si fossero poste ciascuna accostata ad un pilastro e l’una avesse parlato a bassa voce, l’altra l’avrebbe udito distintamente, come avesse parlato a bassa voce. Nei sotterranei vi era una catacomba, ormai a cielo scoperto visto che il pavimento è sprofondato portando alla luce ciò che secoli era stato celato. Lavori di restauro sono iniziati ma, come per tante altre cose, non sono stati ancora conclusi.
4)Chiesa della Madonna del Rosario
Di fronte all'ingresso principale del Castello, in una piazzetta ai piedi di una suggestiva gradinata a due rampe, è la chiesa domenicana, oggi sede della parrocchia della Madonna del Rosario. La costruzione della chiesa ebbe inizio del 1538 al posto dell'antica chiesa di S. Leonardo che venne demolita. La costruzione dell'annesso Convento dei Domenicani, ebbe inizio l'anno successivo. Il complesso fu anche sede della Santa Inquisizione. Oggi del convento, rimangono soltanto i ruderi dell'antico chiostro settecentesco. La chiesa a tre navate, subì numerose modifiche nel XVIII secolo durante il quale furono eseguite da Domenico Giordano, pittore messinese, nell'anno 1789 le pitture della volta: "Gloria di S. Domenico", "S. Domenico brucia i libri eretici", "S. Domenico, S. Pietro, S. Paolo". Nell'abside l'affresco "L' Assunzione della Vergine" dello stesso autore. L' altare maggiore venne rifatto all'inizio del XIX secolo. Ai lati sono due tribune con balconate in legno del '700 con un prezioso organo del XVIII secolo, recentemente restaurato. Nella chiesa vi sono otto altari laterali. Si possono ammirare opere di: Domenico Giordano (1764-1824): "S. Domenico e l'Angelo'' e "Gesù che guarisce un paralitico" e di Filippo Jannelli (Castroreale 1655-1680): Pala d'altare raffigurante "Vergine con Santi" nonchè "S. Girolamo" di Giovanni Tuccari (Messina 1667- 1743). Tra le tele interessanti, di autore ignoto del '700 si segnalano: "S. Domenico", "Madonna con Santi Domenicani", "Gloria di S. Domenico". La Custodia, dall'architettura originale, a tre ordini, poggia su di un altare finemente lavorato a tarsie di legno e madreperla, opera pregevole di Pietro Bencivinni (1699), già sull'altare maggiore della vecchia chiesa dei Cappuccini. Pregevole il Crocifisso ligneo policromo del XVI secolo sul primo altare di sinistra. Tra le sculture meritano menzione: "S. Vincenzo Ferreri", legno policromo secolo XV; "Gesù Bambino e Angeli", legno policromo, d' autore ignoto del XVII secolo.
5) Chiesa dell'Immacolata
La chiesa fu costruita nel 1640 dalla Congregazione della Concezione. Adiacente alla chiesa, è il nuovo convento dei Padri Cappuccini costruito nel 1884. Da molti anni in questa chiesa i milazzesi si avvicendano per fedele devozione in preghiera d'innanzi al prodigioso simulacro della Beata Vergine. Tra le opere presenti la "Madonna degli Angeli tra San Francesco e Santa Chiara" (olio su tela, cm. 293 x 197). Il dipinto di Scipione Pulzone (Gaeta, 1550 circa - Roma, 1598) era collocato originariamente su un altare della vecchia chiesa dei Cappuccini, firmato e datato, in basso al centro: "Scipio Gaietanus faciebat 1584 Romae". Sono invece di Onofrio Gabrieli (Messina, 1619-1706) "L'Assunzione della Vergine", "La bottega di S. Giuseppe", "Santa Lucia" e "Santa Caterina d'Alessandria". Anche queste opere erano collocate originariamente nell'antica chiesa dei Cappuccini. In sacrestia invece troviamo una grande tela di autore ignoto del XVIII secolo raffigurante "L'Immacolata'' già sull'altare maggiore e la statuetta alabastrina della Madonna del XVI secolo, attribuita alla scuola gaginesca anch'essa proveniente dalla vecchia chiesa dei Cappuccini.
6) Chiesa di S. Rocco
E' stata edificata nel 1575 in occasione della peste che afflisse la Sicilia per tre anni. Ha la struttura architettonica delle cosiddette chiese-fortezze, cinta com'è di merlature da tre lati, ma trattasi di arte ritardata. Interessanti la statua del Santo opera del tardo '500 in cartapesta colorata e gli stucchi rustici del '700.
7) Santuario di S. Francesco da Paola
Fu fondato dallo stesso Santo tra il 1465 ed il 1467, nel periodo della sua dimora a Milazzo. Durante la costruzione, il Santo operò numerosi miracoli alcuni dei quali ancora visibili. Il tempio è stato radicalmente restaurato nel XVIII sec. con un'elegante facciata dall'alto fastigio ed una scenografica scalinata. Adiacente al Santuario il Convento, oggi in parte adibito a scuola ed a sede della Compagnia dei Carabinieri. Molte le opere d'arte nel suo interno: la bellissima cappelletta lignea dell'altare dedicato a Gesù e Maria, nella quale è una Madonna col Bambino opera di Domenico Gagini secolo XV, e di sei tele di Letterio Paladino (1691-1743). Nella Cappella del Crocifisso il corpo della Beata Candida Leonte, vergine milazzese discepola del taumaturgo da Paola. Meritano particolare attenzione una pala d'altare della metà del XVI sec. raffigurante "Madonna con S. Francesco Saverio e Santi". La tela si trovava nella chiesetta di S. Francesco Saverio in via G. Medici qui trasferita e dopo i danni riportati dall'edificio per effetto del terremoto; una via Crucis in quattordici piccole tele ad olio del XVII sec., e due crocifissi con decorazioni in madreperla intagliata. L'arte tessile presenta Pianete del XVII e XVIII sec.; antichi Piviali del XVII sec., e cinque Paliotti del '700 ricamati in oro. L' arte orafa annovera: una teca a forma di cuore in argento decorato del XVIII sec.; un tronetto in bronzo dorato del XVIII sec.; un ostensorio in argento dorato del XVII sec.; un calice in argento dorato del 1797; un reliquario d'argento "La Berrettella" del 1772; un incensiere del 1745 ed un tabemacolo in argento dorato e Pissate del XVII sec.. Tra le sculture bellissima la settecentesca statua lignea del Santo, le due sculture minori di scuola napoletana in legno policromo del '700 ed un Crocifisso, altro legno policromo, di autore ignoto del XVIII sec. A piano terra dell'antico Convento (oggi sede scolastica) un brano d'un bel mosaico. All'iniziale e più nota datazione del pregevole manufatto (periodo imperiale romano età degli Antonini) si è contrapposta, di recente, la collocazione nell'età ellenistica.
8) Chiesa di S.Caterina d'Alessandria
La chiesa è ubicata in via Umberto I, in prossimità di piazza Roma. La costruzione, di epoca bizantina, originariamente dedicata a Santa Marta, nel 1622 venne dedicata a Santa Margherita e solo nel 1722 acquistò la denominazione odierna. La volta reale a botte copre l'unico vano della chiesa. Sull'altare maggiore la statua in marmo di S. Caterina d'Alessandria, proveniente dalla vecchia chiesa di S. Caterina, al "Borgo", distrutta nel 1718 durante l'assedio spagnolo. Quest'opera fu commissionata, come documenta il contratto, dalla Confraternita di S. Caterina di Milazzo, allo scultore Vincenzo Gagini (1527-1592) e ultimata nel 1552. Ai piedi della Santa il busto dell'Imperatore Massimino e sulla base storie della Santa. Ad ovest dell'altare maggiore, in una nicchia, la statua in cartapesta di "Gesù flagellato", opera del '600; ad occidente dello stesso altare, in una nicchia, la statua lignea di "S. Gaetano", opera di autore ignoto del XVI secolo. Nell'altare laterale la bellissima statua lignea di S. Antonio da Padova, di autore ignoto dei primi del '600.
9) Chiesa del Carmine
Ubicata in piazza Caio Duilio, è stata innalzata nel 1574 sul luogo ove sorgevano due piccoli templi, rispettivamente dedicati alla Madonna della Consolazione ed a San Filippo d'Agira. Quasi interamente distrutta nel corso dell'assedio spagnolo del 1717-19, fu ricostruita nella forma attuale tra il 1726 ed il 1752. Adiacenti ad essa i locali dell'antico Convento dei PP. Carmelitani coevo alla chiesa, oggi adibiti ad uffici pubblici ed esercizi commerciali. Una bella porta a pianterreno, in barocco monumentale, permette l'accesso a quello che fu una volta il chiostro. Al suo interno si trovano sculture raffiguranti: "S. Gioacchino" - legno policromo, ignoto XVII secolo; La "Madonna del Carmine" - 1737 - legno policromo dello scultore Angelo Occhino; Il "Crocifisso", ignoto XVIII secolo. Nei locali del convento è conservato un "Cristo Crocifisso" e "l'Addolorata" olio su tela, di Vincenzo Riolo (Palermo, 1772-1837). La chiesa oltre all'altare maggiore ricco di marmi, ha sei altari laterali. Tre, nella parete nord sono dedicati rispettivamente alla Madonna del Carmelo, al Crocifisso, ai Santi Cosma e Damiano e alla Madonna col Bambino e a S. Antonio, rappresentati tutti su una grande tela di autore ignoto del XVII secolo. Gli altri, sul lato opposto, nell'ordine raffigurano: la Madonna della Pietà, S.Lucia, S.Nicola, due Santi Carmelitani e la Madonna col Bambino, insieme in una grande tela. L'ultimo, sempre in questa parete, è dedicato alla Sacra Famiglia, rappresentata in una grande tela insieme al Padre Eterno, S.Anna e S.Gioacchino. Nell'abside, invece sono visibili due olii su tela di autori ignoti (XVIII secolo) raffiguranti "S.Giovanni de Mata" e la "Madonna del Carmelo".
10) Duomo di S. Stefano
Moderna costruzione a tre navate, fu iniziata nel 1937 ed inaugurata ed aperta al culto nel 1951. Al suo interno sono presenti opere di grande valore artistico, provenienti da chiese più antiche. Sull'altare maggiore e nell'abside troviamo sette interessantissimi dipinti del '400 siciliano; cinque di Antonello de Saliba (Messina, 1466-1532) e due di Antonio Giuffrè (attivo nella seconda metà del XV secolo). Di Antonello de Saliba (Messina, 1466-1532) i primi dipinti, sull'altare maggiore, "S.Pietro" e "S. Paolo", già nel Duomo Antico, facevano parte di un polittico ora smembrato. S. Paolo è firmato e datato 1531 su di un cartiglio "Lu Mastru Antonellu Resaliba pinsit". Le altre tre opere di de Saliba sono: "L'Adorazione del Bambino", "S. Rocco" e "S. Tommaso D'Aquino" tutti provenienti dal Duomo Antico. Del Giuffrè sono: "S. Nicola e storie della sua vita" e "L'Annunciazione", entrambe originarie del Duomo Antico. Sulla navata destra della chiesa si possono ammirare tre bei oli in tela, raffiguranti: "S. Pietro e S. Andrea", (ignoto siciliano 1800), "L'Adorazione dei Magi", "Martirio di S. Sebastiano". Sulla navata sinistra, invece, la "Madonna del Lume", i "Martiri di Milazzo" (ignoto siciliano, 1622), il "Martirio di S. Stefano", (Letterio Paladino, Messina, 1691-1734, già nel Duomo Antico), "La natività" (Deodato Guinaccia, attivo in Sicilia tra il 1570 ed il 1580-85), Fonte Battesimale del sec. XV. Questo fonte battesimale è quello che anticamente esisteva nella vecchia chiesa Madre di S. Maria. Proviene dal vecchio Duomo un' Acquasantiera del sec. XVI. Interessanti anche le sculture della "Deposizione" (ignoto sec. XV, altorilievo in legno policromo), del "Crocifisso" (ignoto sec. XV, legno policromo, proviene dal vecchio Duomo) e di "S. Stefano Protomartire" in legno policromo del 1784 dello scultore Filippo Quattrocchi di Gangi, (1734-1818) già nell'antico Duomo.
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