Visita: Chiesa e convento del S. Cuore (1543) - Santa Lucia del Mela, 25 aprile 2017.
- La Chiesa Sacro Cuore è stata costruita nel XVI sec. fuori le mura della Città.
Originariamente era intitolata a Santa Maria di Gesù ed era gestita dai Frati Francescani dell’Ordine Minore Osservante Conventuale che abitavano il Convento ad essa adiacente.
Originariamente era intitolata a Santa Maria di Gesù ed era gestita dai Frati Francescani dell’Ordine Minore Osservante Conventuale che abitavano il Convento ad essa adiacente.
Durante la soppressione degli Ordini Religiosi del 1866 furono entrambi abbandonati. Le attività ripresero solo negli anni Cinquanta, quando la Chiesa fu eletta a Parrocchia ereditandone il titolo dalla Chiesa di San Nicola.
Nel 1959 il 63° Prelato Mons. Francesco Ricceri (1957-1961) affidò l’intero complesso ai Padri del Terz’Ordine Regolare (T.O.R.) di San Francesco d’Assisi che a tutt’oggi curano l’Istituto del Sacro Cuore di Gesù.
Sul portale d’ingresso principale della Chiesa è collocata un’“Aquila marmorea” (fine XVI sec.).
Sul portale d’ingresso principale della Chiesa è collocata un’“Aquila marmorea” (fine XVI sec.).
Mausoleo del Barone Pancaldo (Foto di Domenico Abbriano)
L’interno è a un’unica navata.
Sulla parete sinistra:
- la tela di “Sant’Antonio da Padova” (XVIII sec.) attribuita ad Antonio Filocamo;
- la tela della “Madonna del Carmelo con San Giacomo della Marca, San Girolamo, San Placido e San Pietro d’Alcantara” (1718) di Antonio Filocamo;
- il simulacro di “Sant’Antonio da Padova”;
- il “Crocifisso” in legno policromo del 1630 attribuito a Fra’ Umile Pintorno da Petralia, impreziosito da un affresco realizzato dal pittore luciese Francesco Schepis raffigurante la “Vergine Addolorata” (a sinistra) e “Maria Maddalena e San Giovanni apostolo” (a destra);
- il “Mausoleo del Barone Battista Pancaldo” (1582) in marmo e la tela della “Trasfigurazione” (XVIII sec.), entrambi di Ignoto.
- la tela di “Sant’Antonio da Padova” (XVIII sec.) attribuita ad Antonio Filocamo;
- la tela della “Madonna del Carmelo con San Giacomo della Marca, San Girolamo, San Placido e San Pietro d’Alcantara” (1718) di Antonio Filocamo;
- il simulacro di “Sant’Antonio da Padova”;
- il “Crocifisso” in legno policromo del 1630 attribuito a Fra’ Umile Pintorno da Petralia, impreziosito da un affresco realizzato dal pittore luciese Francesco Schepis raffigurante la “Vergine Addolorata” (a sinistra) e “Maria Maddalena e San Giovanni apostolo” (a destra);
- il “Mausoleo del Barone Battista Pancaldo” (1582) in marmo e la tela della “Trasfigurazione” (XVIII sec.), entrambi di Ignoto.
Crocifisso ligneo attribuito a Fra Umile da Pietralia (Foto di Domenico Abbriano)
Sulla parete destra:
- il “Fonte Battesimale” in marmo (1567) di Andrea Calamecca e proveniente dalla Chiesa di San Nicola;
- la tela dell’“Immacolata con San Giovanni da Capestrano, San Bonaventura da Bagnoregio e Sant’Antonio da Padova” (XVI sec.);
- la “Porziuncola” (fine XVI sec.) di Antonino Biondo; la statua di San Francesco d’Assisi; la statua dell’Immacolata di Ignoto;
- la tela del “Battesimo di Cristo” (XVIII sec.) di Ignoto.
Sulla parete destra:
- il “Fonte Battesimale” in marmo (1567) di Andrea Calamecca e proveniente dalla Chiesa di San Nicola;
- la tela dell’“Immacolata con San Giovanni da Capestrano, San Bonaventura da Bagnoregio e Sant’Antonio da Padova” (XVI sec.);
- la “Porziuncola” (fine XVI sec.) di Antonino Biondo; la statua di San Francesco d’Assisi; la statua dell’Immacolata di Ignoto;
- la tela del “Battesimo di Cristo” (XVIII sec.) di Ignoto.
Nell’abside si trovano:
- le tele della “Madonna del Rosario con San Domenico di Guzmán, San Giacomo della Marca e San Giovanni Evangelista” (XVIII sec.) di Ignoto;
- “Santi Crispino e Crispiniano” (XVII sec.), protettori dei calzolai, anch’essa di autore Ignoto.
- le tele della “Madonna del Rosario con San Domenico di Guzmán, San Giacomo della Marca e San Giovanni Evangelista” (XVIII sec.) di Ignoto;
- “Santi Crispino e Crispiniano” (XVII sec.), protettori dei calzolai, anch’essa di autore Ignoto.
Sull’altare maggiore si trova il simulacro in cartapesta policroma del “Sacro Cuore di Gesù”.
- Il Convento e il Chiostro (1521) con 24 colonne in arenaria di ordine tuscanico (sei delle quali con capitello corinzio), mentre in alcune sale sono conservate altre opere d’arte come:
- la tela di “San Francesco che converte il Sultano di Babilonia e la meretrice” (XVII sec.), attribuita a Filippo Iannelli
- le antiche statue in legno policromo (XVII-XVIII sec.) raffiguranti le iconografie di San Filippo d’Agira, San Rocco, San Pasquale Baylon, la Madonna Immacolata, San Francesco di Paola e un ottocentesco simulacro in cartapesta policroma raffigurante la Pietà.
Dal WEB
- la tela di “San Francesco che converte il Sultano di Babilonia e la meretrice” (XVII sec.), attribuita a Filippo Iannelli
- le antiche statue in legno policromo (XVII-XVIII sec.) raffiguranti le iconografie di San Filippo d’Agira, San Rocco, San Pasquale Baylon, la Madonna Immacolata, San Francesco di Paola e un ottocentesco simulacro in cartapesta policroma raffigurante la Pietà.
Dal WEB
Foto Pippo Geraci
Impaginazione Marialuisa
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